Ok l'hanno tolto anche nel sito dove l'avevo visto, ma ... io
La Stampa del 10-09-2009
Dislessia, mancano soldi e specialisti
PONT SAINT MARTIN - Fatta la legge, bisogna applicarla. E a volte non è semplice, come nel caso della normativa a favore dei dislessici. Il testo sui disturbi specifici dell´apprendimento, che a maggio aveva messo d´accordo tutti con il voto unanime del Consiglio regionale, a pochi giorni dall´inizio delle lezioni deve fare i conti con l´attuazione, in un contesto che prevede la collaborazione a 360 gradi tra famiglia, scuola e servizi sanitari.
Le difficoltà nell´agevolare il pieno sviluppo dei ragazzi dislessici sono state evidenziate durante l´incontro organizzato martedì dalla biblioteca comunale di Pont-Saint-Martin. «La dislessia è una disabilità specifica dell´apprendimento di origine neurobiologica che si manifesta in prima elementare, quando il bambino comincia a praticare la lettura e la scrittura, ma già nella scuola dell´infanzia compaiono i primi sintomi - ha spiegato Concetta Pacifico, presidente nazionale dell´Aid, l´associazione italiana dislessia -. Non si guarirà mai, ma è possibile compensare con strumenti adeguati le difficoltà dei bambini». E su questo punto c´è il primo intoppo. La legge regionale ha messo in bilancio 20 mila euro per il 2009 e 50 mila euro per il 2010, cifre giudicate insufficienti per le reali necessità. «Computer, programmi, calcolatrici, libri parlati, quaderni e penne appositi hanno dei costi che non sempre le scuole riescono a fronteggiare - ha detto il dirigente scolastico dell´Istituzione Mont Rose A, Silvana Viérin -. Alcune Regioni hanno legiferato in materia, auspichiamo lo faccia anche la Valle d´Aosta». Anche perché i disturbi specifici di apprendimento colpiscono il 5 per cento della popolazione scolastica valdostana.
«I bambini dislessici hanno bisogno di aiuto subito - ha continuato Pacifico -. Se l´intervento è tardivo accumulano insuccessi e si sentiranno diversi». E qui un altro nodo del problema, la diagnosi. «Dalla segnalazione alla diagnosi non dovrebbero passare più di tre mesi - ha detto Liliana Dematteis, coordinatore logopedisti Usl - e nel Distretto 4 i tempi sono rispettati». Ma in altri Distretti i tempi si allungano: non tutte le 280 segnalazioni avvenute nell´anno scolastico 2006-2007, ad esempio, hanno avuto una diagnosi nei tempi previsti. «Le scuole si stanno muovendo, stiamo chiedendo la formazione degli insegnanti, ma è ancora troppo il tempo di attesa delle famiglie per accedere al servizio sanitario. Se sono previsti tre mesi, perché ci sono genitori che attendono anche otto mesi?» ha chiesto Maria Grazia Lumetta, referente regionale dell´Aid.
E quando non esiste un esperto sul territorio in grado di fare una diagnosi, cosa succede? Una mamma tra il pubblico: «Mia figlia, 21 anni, tre bocciature, con una diagnosi fatta dieci anni fa da Giacomo Stella, docente di Psicologia Clinica, deve ora affrontare l´Università senza diagnosi perché la legge prevede che sia un esperto del territorio a redigerla: quella privata non è valida. Ma in Valle non ci sono esperti per adulti, solo cinque neuropsichiatri infantili».
Lumetta ha risposto che, nell´incontro previsto il 28 settembre con il Comitato tecnico e scientifico che ha stilato la legge, sarà richiesto l´istituzione di un centro di diagnosi per adulti formato da specialisti esterni. Intanto i genitori si stanno attivando: in Bassa Valle è nato un gruppo di auto-aiuto che raccoglie materiale e informazioni.
Daniela Giachino
Se il bambino dislessico non può imparare la strada che insegniamo, può insegnarci la strada per farlo imparare.
da "The dyslexia handbook" - Smythe